giovedì 16 maggio 2013

Le cucine del Mulino

Ma come, dirà chi legge, le cucine del mulino, perchè quante sono?
Sono più di una
C'è la mia quella storica, quella che ci siamo costruiti da soli, non sapendo neanche da che parte cominciare, ma poi, si sa, dove non arriva la competenza arriva l'entusiasmo ed ancora oggi a più di trent'anni di distanza non ho il coraggio di modificare anche ciò che andrebbe modificato. Le piastrelle non perfettamente in bolla, mi ricordano le sere o i week end, trascorsi a tagliare,incollare, controllare con un libro di bricolage alla mano ed accorgersi che si doveva partire dalla parte opposta per non doversi ritrovare con un orribile pezzo di piastrella in primo piano.  Faticoso? Forse, ma anche tanto divertente, quando ci si specchiava e si scopriva di avere più malta in faccia che dietro alle piastrelle e non si poteva far altro che ridere della nostra scarsa professionalità.
Eppure in questa cucina si è svolta la parte più intensa della nostra vita.
Abbiamo voluto sin da subito un gran tavolo, da bambina avevo vissuto in una grande casa abitata dai nonni, da uno zio da sposare e dalla mia famiglia: mamma papà, io e la mia sorella minore, sebbene ognuno di noi avesse la propria cucina, c'era però l'abitudine, in estate, di pranzare tutti insieme, e non era affatto raro che si unisse qualche parente che veniva a prendere il fresco da noi in collina. Ricordo con piacere il grande tavolo che si apriva e che veniva chiamato l'ammiraglio, intorno al quale potevano sedersi una quindicina di persone, per le quali c'era sempre qualche leccornia preparata sul momento o conservata nei barattoli che custodiva la cantina, dove all'epoca si faceva anche il vino delle nostre viti

Insalate dell'orto e frittate con le erbette in estate erano le regine della tavola e in onore dei nonni che tanto mi hanno dato, e non parlo certamente solo di cibo voglio offrire una ricetta semplice, semplice, ma così semplice che quasi nessuno fa più e che invece per me ha il profumo dell'infanzia


FRITTATA di ERBA di S. Pietro
                                                                            
ingredienti per sei persone:
10 uova
una manciata di foglie di Erba di san Pietro (Balsamita Major Desf) il nome è pretenzioso ma la pianta è rustica e perenne, comperatela in vaso, adesso è facile trovarla al mercato o nei vivai, e l'avrete per sempre
volendo 2 cucchiai di panna liquida, mia nonna non la usava per niente
olio per friggere ed una noce di burro
sale pepe e due cucchiai di parmigiano gratuggiato

Lavate bene le foglie, asciugatele (ricordarsi che tutte le piante aromatiche devono essere bene asciutte prima di essere tritate altrimenti si rischia di avere una sorta di pappa umida che non giova nè al sapore nè alla vista del piatto) e tritatele, meglio se a coltello, ma ovviamente si fa come si può.
In una terrina mettere le uova precedentemente sgusciate e sbatterle con una forchetta, aggiungere sale e pepe e se si vuole la panna, solo dopo che il composto è omogeneo potete mettere il trito aromatico e mescolate con cura
Scaldare una padella adatta a cuocere le frittate con un filo d'olio e una noce di burro, quando i condimenti sono caldi rovesciate il composto di uova e erbe e cuocete bene sia da un alto che dall'altro, girando la frittata con un piatto o se avete la pentola da frittata con il coperchio per girarla usate quella. Sconsiglio sempre di cimentarsi nel volo con giravolta della frittata, se non si è soliti farlo, si rischia di dover intervenire sul soffitto.
Appoggiare la frittata su carta assorbente. E' buona calda ma anche fredda per un profumato buffet estivo


In questo periodo dell'anno è possibile sostituire l'erba di San Pietro con il luppolo o anche con le ortiche, con la boraggine o il tarassaco
con le quali peraltro si possono anche fare delle deliziose zuppe, mi raccomando solo di raccogliere esclusivamente erbe conosciute, la natura è sì amica ma nasconde sotto l'aspetto innocuo e rigoglioso anche varietà nocive ed a volte letali


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