mercoledì 22 maggio 2013

Un ospite imprevisto


Questo è un fatto buffo che è accaduto recentemente  durante un ricevimento, uno dei tanti, perchè nel mulino accadono cose che a volte ancora mi stupiscono, nonostante i 30 anni di ospitalità che mi sono state concesse all'interno delle sue solide mura.
Era una serata di settembre, serena, e tiepida. Ospitavamo una bella festa, i 50 anni di matrimonio di una coppia, quando si erano sposati, per vari motivi, non avevano potuto festeggiare, e così, le figlie avevano voluto regalare ai genitori un anniversario da sogno. Era, anche per me, una gioia collaborare per rendere quella serata degna di un periodo così lungo e ricco di vita.
Con l'entusiasmo, che per fortuna mi accompagna sempre quando organizzo un evento, ho voluto che tutto fosse perfetto e con la straordinaria collaborazione attiva delle figlie dei festeggiati, tutto si è incastrato in modo che il risultato fosse quello desiderato

Tutto era pronto e gli invitati incominciavano ad arrivare, quando ad un certo punto si è sentito un rumore fortissimo, un suono abbastanza familiare per noi che abbiamo tenuto dei cavalli per molti anni, non era proprio quello di un cavallo, ma sempre di un equino si trattava.
All'esterno del cancello era comparso un asino portato a mano da uno strano personaggio, vestito in modo essenziale con i sandali ai piedi e uno zaino in spalle, trasmettevano entrambi una speciale simpatia, e così
mi sono messa a chiaccherare, solo con il conducente, ovviamente anche se.....ma questa è un'altra storia.
Si trattava di un pellegrino francese che stava percorrendo la via francigena, era ormai già sulla via del ritorno da Roma verso la Francia e si era trovato a transitare a Riva di Chieri dove qualcuno gli aveva indicato la nostra casa per poter pernottare. Mi spiegò che tutta la settimana dormiva in tenda vicino al suo asino, ma la notte che precedeva il giorno di riposo si  concedeva di dormire in un vero letto.  Io, che ho un po' l'animo della soccoritrice dei deboli e dei bisognosi, mi sono subito entusiasmata e gli ho volentieri offerto di dormire nel nostro bed and breakfast e di trovare un posto confortevole anche al compagno di viaggio
Entrambi quindi sono entrati e tra il divertimento degli invitati (perchè sono sempre fortunata ad ospitare persone speciali ) il pellegrino ed il suo asino, passando tra tavoli addobbati e signore in abito da sera, hanno trovato  un luogo tranquillo dove riposare: il pellegrino nella foresteria e il simpatico animale nel prato dove ha potuto mangiare tranquillamente l'erbetta e sdraiarsi durante la notte.
Al mattino, alle prime luci dell'alba, i nostri nuovi amici ci hanno salutato ed hanno ripreso il cammino.




lunedì 20 maggio 2013

Oggi mi sento in vena di scrivere circa due cose che non hanno nulla in comune, ma intanto ci penso e non si sa mai

Una ricetta  e un fatto buffo accaduto durante un ricevimento


Partiamo con la ricetta


Chi, come me, non è più un bocciolo (questa era un'espressione carina che usava mio marito per indicare chi non era più nel fiore degli anni) ricorderà quando si era bambini e si festeggiava il compleanno o una qualsiasi festa, le nostre mamme non avevano alcuna intenzione di incaricare qualcuno di occuparsi del "buffet" nè tantomeno chiamare degli intattenitori.
C'era solitamente la classica merenda e poi i bambini si organizzavano giocando in giardino a nascondersi, a strega tocca color, a fulmine e a tutti i giochi che usavano in quegli anni. L'unica cosa negativa che ricordo di quei momenti era che, non si sa per quale motivo, il gioco più coinvolgente era sempre l'ultimo,e inevitabilmente quando era ormai ora di tornare a casa
Ma torniamo alla merenda.  Il dolce più in voga era il salame di cioccolato
che ricordo suscitava l'entusiasmo di noi bambini

Voglio scrivere qui la ricetta che usavano la mia nonna e la mia mamma,
(sarà divertente qualche volta rivedere insieme alcune ricette dei miei nonni e anche bisnonni, farebbero rizzare in testa i capelli ai nutrizionisti dei nostri giorni)

Per un piccolo salame di circa 500gr

2 etti e mezzo di polvere di cioccolato
1 etto di burro
2 etti di gallette
1 bicchierino di rhum o marsala secco
1 uovo
Sminuzzare le gallette in piccoli pezzi in una terrina, a parte fare sciogliere il burro a bagno maria senza farlo friggere, mescolare burro, biscotti cioccolato,uovo e liquore sino a che siano ben amalgamati. Stendere questo impasto su di un foglio di carta da forno o di alluminio su cui avrete messo dello zucchero a velo,
date, aoiutandovi con la carta, la forma di salame.  Lasciarlo indurire in frigorifero e tagliarlo a fettine al momento di utilizzarlo.

Quasi quasi lo faccio per stasera alle mie figlie..........

A più tardi per il fatto buffo

domenica 19 maggio 2013

Albert Camus scriveva
Nel bel mezzo dell'inverno ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate

Ovviamente il significato di questa frase è profondo e pieno di coinvolgimenti filosofici, spirituali e mi è stato di grande conforto nei momenti difficili della vita, ma oggi mi è tornato in mente in una veste semplice, contadina, dopo la giornata di ieri, fredda, piovosa, che nulla aveva da invidiare alle giornate novembrine, oggi ho fatto due passi in giardino, nel giardino del mulino, ed ecco che la forza e la determinazione della natura hanno avuto il sopravvento.









                             Per loro, la primavera è arrivata!

                                            e per noi?
                              
                              si un'invincibile primavera 



                                                      











Gli inizi

Dopo aver visto la casa, o meglio, quella che un tempo doveva essere stata una casa, ed anche una signora casa, ( quando parlo del mulino ai miei ospiti e arriva la logica domanda: ma quanti anni ha questo edificio? Ormai mi sembra logico dire: è una vecchia signora di più di 600 anni, ma se li porta molto bene!
Dicevo,  vedere la casa e scappare a gambe levate sarebbe stata la cosa forse più logica da fare, certo la più razionale, ma .....abbiamo dovuto fare i conti con l'immensa, incontenibile e impulsiva capacità di sognare che è sempre stata una nostra caratteristica, caratteristica che mi permette anche ora di fare il lavoro che faccio, cioè essere in grado di vedere quello che ancora non c'è, ma che potrà esserci.
E in quell'estate del 1978 io e mio marito siamo stati in grado di vedere quello che ancora non c'era e che oggi, nella primavera del 2013, c'è ed è reale.  Ed io, continuo ad avere questa capacità, quando vedo mio nipote correre felice nel prato, tra fiori e piante che un tempo non c'erano , o pattinare nel grande salone in cui già 600 anni fa uomini e donne hanno lavorato per produrre farina, io so, che tutto ciò che è stato fatto
 finora  ha avuto un suo scopo e  ancora, con gli occhi di quella lontana estate, vedo quello che potrà ancora essere.

giovedì 16 maggio 2013

Le cucine del Mulino

Ma come, dirà chi legge, le cucine del mulino, perchè quante sono?
Sono più di una
C'è la mia quella storica, quella che ci siamo costruiti da soli, non sapendo neanche da che parte cominciare, ma poi, si sa, dove non arriva la competenza arriva l'entusiasmo ed ancora oggi a più di trent'anni di distanza non ho il coraggio di modificare anche ciò che andrebbe modificato. Le piastrelle non perfettamente in bolla, mi ricordano le sere o i week end, trascorsi a tagliare,incollare, controllare con un libro di bricolage alla mano ed accorgersi che si doveva partire dalla parte opposta per non doversi ritrovare con un orribile pezzo di piastrella in primo piano.  Faticoso? Forse, ma anche tanto divertente, quando ci si specchiava e si scopriva di avere più malta in faccia che dietro alle piastrelle e non si poteva far altro che ridere della nostra scarsa professionalità.
Eppure in questa cucina si è svolta la parte più intensa della nostra vita.
Abbiamo voluto sin da subito un gran tavolo, da bambina avevo vissuto in una grande casa abitata dai nonni, da uno zio da sposare e dalla mia famiglia: mamma papà, io e la mia sorella minore, sebbene ognuno di noi avesse la propria cucina, c'era però l'abitudine, in estate, di pranzare tutti insieme, e non era affatto raro che si unisse qualche parente che veniva a prendere il fresco da noi in collina. Ricordo con piacere il grande tavolo che si apriva e che veniva chiamato l'ammiraglio, intorno al quale potevano sedersi una quindicina di persone, per le quali c'era sempre qualche leccornia preparata sul momento o conservata nei barattoli che custodiva la cantina, dove all'epoca si faceva anche il vino delle nostre viti

Insalate dell'orto e frittate con le erbette in estate erano le regine della tavola e in onore dei nonni che tanto mi hanno dato, e non parlo certamente solo di cibo voglio offrire una ricetta semplice, semplice, ma così semplice che quasi nessuno fa più e che invece per me ha il profumo dell'infanzia


FRITTATA di ERBA di S. Pietro
                                                                            
ingredienti per sei persone:
10 uova
una manciata di foglie di Erba di san Pietro (Balsamita Major Desf) il nome è pretenzioso ma la pianta è rustica e perenne, comperatela in vaso, adesso è facile trovarla al mercato o nei vivai, e l'avrete per sempre
volendo 2 cucchiai di panna liquida, mia nonna non la usava per niente
olio per friggere ed una noce di burro
sale pepe e due cucchiai di parmigiano gratuggiato

Lavate bene le foglie, asciugatele (ricordarsi che tutte le piante aromatiche devono essere bene asciutte prima di essere tritate altrimenti si rischia di avere una sorta di pappa umida che non giova nè al sapore nè alla vista del piatto) e tritatele, meglio se a coltello, ma ovviamente si fa come si può.
In una terrina mettere le uova precedentemente sgusciate e sbatterle con una forchetta, aggiungere sale e pepe e se si vuole la panna, solo dopo che il composto è omogeneo potete mettere il trito aromatico e mescolate con cura
Scaldare una padella adatta a cuocere le frittate con un filo d'olio e una noce di burro, quando i condimenti sono caldi rovesciate il composto di uova e erbe e cuocete bene sia da un alto che dall'altro, girando la frittata con un piatto o se avete la pentola da frittata con il coperchio per girarla usate quella. Sconsiglio sempre di cimentarsi nel volo con giravolta della frittata, se non si è soliti farlo, si rischia di dover intervenire sul soffitto.
Appoggiare la frittata su carta assorbente. E' buona calda ma anche fredda per un profumato buffet estivo


In questo periodo dell'anno è possibile sostituire l'erba di San Pietro con il luppolo o anche con le ortiche, con la boraggine o il tarassaco
con le quali peraltro si possono anche fare delle deliziose zuppe, mi raccomando solo di raccogliere esclusivamente erbe conosciute, la natura è sì amica ma nasconde sotto l'aspetto innocuo e rigoglioso anche varietà nocive ed a volte letali


martedì 14 maggio 2013

come è vero che quando si è giovani nulla scoraggia i propri sogni




Era così nell'estate del 1978
Era una sera calda ma ventilata, avevamo già una bambina di 14 mesi ed aspettavamo la seconda , cercavamo casa, la CASA quella che ti accompagnerà per sempre, che vede e tace su tutto quello accade, quella che assorbe momenti gioiosi e atmosfere faticose, insomma quella di una VITA
Venivamo già da un'esperienza, seppur breve, in un'edificio storico della campagna e con tutte le vicessitudini che ci avevano messo alla prova, a volte anche in modo sconcertante, eravamo pronti per aquistarne una simile.    Con gli occhi della gioventù e della conseguente incoscienza decidemmo di buttarci nell'avventura, trascinando con noi figlie, genitori, animali (che mai sono mancati e mai mancheranno nel percorso della nostra vita.





Fedora è stata una tacchina veramente particolare,non amava stare da sola e adorava la musica disco


































L'avevo comperata al mercato, era piccola, e particolarmente timida , non amava la compagnia degli altri animali, perchè rispetto a lei erano certamente più aggressivi, soprattutto le oche che non condividevano volentieri gli spazi comuni, così finì che Fedora zampettava felice per tutto il giardino.  Durante l'estate si accomodava sotto gli alberi da frutta e attendeva pazientemente che pesche e  pere fossero sufficientemente mature da lasciare il ramo e cadere vicino a lei che, da vera buongustaia le mangiava dolci al punto giusto e a temperatura ambiente.  Così nutrita cresceva a vista d'occhio, ed a un certo punto della sua vita, era diventata così pesante, che per spostarla bisognava essere in due persone, ma lei, che credeva ancora di essere un cucciolo, si comportava come tale e seguiva ognuno di noi lentamente ma fiduciosamente, salvo sedersi accanto alla persona di riferimento quando questa si fermava per dedicarsi a qualche attività

In questo Mulino si sono sempre fatte delle feste, prima per piacere personale e poi pian piano, su richiesta, anche per lavoro. Quando Fedora faceva ancora parte del clan del mulino, ci sono state delle occasioni per festeggiare le figlie o  amici o i figli stranieri (di cui potremo parlare in seguito), ed è stata proprio in una di queste occasioni che abbiamo scoperto la passione della nostra tacchina per la musica da discoteca.
A dir la verità è stato un po' imbarazzante, perchè nel bel mezzo della festa mentre tutti i ragazzi ballavano, lei entrava e con il suo incedere un po' barcollante si sedeva nel bel mezzo della sala e lì rimaneva, qualche robusto volenteroso la portava in giardino, ma di lì a poco Fedora ricompariva per accomodarsi nuovamente in mezzo agli invitati, va da sè che dopo un po' di questi faticosi traslochi, tutti hanno convenuto che l'insolita ospite poteva rimanere